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Servizio Domiciliare “Diversamente Giovani”

I dati demografici a livello europeo mettono in evidenza un allungamento della vita media; tale dato va di pari passo con la tendenza della riduzione delle nascite
L’incremento della popolazione anziana  impone perciò la necessità di riflettere sulle condizioni di tale popolazione, sui suoi bisogni e sulle risposte che le comunità in cui vivono sono in grado di fornire (Delai, 2002). La salute non è un fatto privato o istituzionale, bensì un fatto che interessa l’intera comunità in cui la persona vive. Creare quindi comunità resilienti e consapevoli consente di sviluppare interventi che promuovono il benessere della popolazione e ne migliorano la salute.
La Psicologia attualmente è interessata a tutto l’arco vitale e ragiona in termini di processi evolutivi , poiché ogni età ha degli avvenimenti specifici  che rappresentano delle tappe fondamentali della vita umana.

Il paziente anziano si differenzia da una persona giovane adulta per modificazioni che intercorrono a livello fisico, cognitivo, esperienziale e di regolazione somatico-affettiva. L’invecchiamento va distinto dalla malattia poiché porta con sé cambiamenti universali e non reversibili, ma non necessariamente invalidanti.
Nel lavoro terapeutico l’anziano riporta problematiche di tipo fisico, sia di lieve che grave entità come: difficoltà circolatorie, dolori alle articolazioni, etc.
I problemi di salute possono essere un focus importante per il paziente.

Molto spesso le persone tendono a svilire  e sottovalutare l’importanza della sintomatologia fisica che la persona anziana riporta. Questo comportamento può favorire un calo dell’autostima e pensieri autosvalutativi nel paziente.

In letteratura numerosi studi hanno verificato che Interventi di gruppo possono migliorare l’esito terapeutico per coloro che sono soli o socialmente isolati; tuttavia alcuni studi (Engels e Verney, 1997) hanno rivelato che la terapia individuale è di maggiore efficacia per l’anziano depresso rispetto al gruppo.

Lavoro terapeutico … quali obiettivi?

È bene che il terapeuta concordi obiettivi realistici rispettando le esigenze e le possibilità della persona anziana. Contemporaneamente può essere vantaggioso utilizzare il malessere fisico riportato e gli stili di fronteggiamento adottati, come risorsa e capacità da sottolineare al fine valorizzare la persona in quanto tale.

La psicoterapia per gli anziani può prevedere la rappresentazione, anche grafica, di quello che si andrà a svolgere e trattare; ciò favorisce la comprensione dei contenuti e la diminuzione degli stess. Un lavoro terapeutico apporta una riduzione dell’ansia he spesso l’anziano presenta nell’affrontare qualcosa di ignoto, e che pazienti giovani/adulti e adolescenti di solito non manifestano.

 Il setting della psicoterapia per gli anziani

 Difficoltà motorie, limitazioni nella propria autonomia, variabilità del ciclo sonno-veglia sono peculiarità che possono essere d’ostacolo alla regolarità settimanale che, generalmente, si attua in una terapia. Setting alternativi, come la terapia a domicilio, possono favorire l’aderenza del paziente al percorso psicologico e possono venire in contro ai bisogni della persona che si trova ad affrontare momenti di fragilità e fatica.

Scegliendo di andare nella casa della persona il clinico rende possibile un percorso terapeutico lasciando la persona nel confort delle mura domestiche. Inoltre, il rapporto con i familiari e il vivere “la casa”, intrisa di ricordi e di storia,  può essere molto utile al terapeuta perché può acquisire un maggior numero di elementi clinici rispetto alla storia di vita del paziente e velocizzare i tempi di cura e la capacità nel rispondere nel qui e ora..